La voglia di esplorare nuovi orizzonti è innata nell’essere umano. Ha portato Cristoforo Colombo a scoprire l’America e Vasco da Gama a raggiungere, primo europeo, l’India.
Ma l’uomo non si è fermato alla Terra, la sua voglia di conquista si è estesa allo spazio, portando alla missione Apollo 11 e al primo sbarco sulla Luna ad opera di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, impresa della quale ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario. Oggi poi ad attrarre è anche Marte, tanto che oltre duecentomila persone hanno risposto all’annuncio dell’organizzazione non profit Mars One, in cerca di volontari per un viaggio di sola andata per il Pianeta Rosso. Alla base della voglia di andare nello spazio ci sono motivazioni simili a quelle che spingono in generale l’essere umano all’esplorazione e alla conquista.
“La tendenza alla conquista di nuove terre nasce dal bisogno di superare i propri limiti biologici, un’avventura più è pericolosa e più innesca il desiderio della conquista”, commenta Antonio Cerasa, psicologo e neuroscienziato dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Cnr. “Ma la voglia di conquista non potrebbe innescarsi senza un’altra caratteristica predominante nella specie umana: la fantasia. “Fantasia deriva dal greco ‘phaino’, mostrare, ed è una fondamentale capacità visuo-spaziale umana caratterizzata dalla proiezione interna d’immagini e oggetti che vengono posizionati nella realtà, esattamente come fa l’architetto in un rendering. Gli psicologi clinici lo chiamano ‘pensiero magico’ e: secondo un recente studio della Oxford Brookes University i bimbi con maggiore capacità di fantasia (misurata come frequenza nell’immaginare storie impossibili o eventi improbabili) sono quelli con più elevate capacità creative. Quelli che, forse, da adulti diventeranno grandi leader o scienziati, perché conserveranno la capacità di pensare che la realtà sia influenzabile dai nostri desideri”.
L’essere umano ha bisogno di sognare di credere che il mondo sia qualcosa di diverso da quello che si riesce a vedere con gli occhi. “Sognare è importante. Oggi i ragazzi lo fanno soprattutto grazie ai videogiochi che offrono mondi magici, che rendono tutto il resto privo di colore”, conclude Cerasa. “I videogame di ultima generazione sono una grande manifestazione di creatività e ingegno umano, sanno immergerci in universi che difficilmente si potrebbero trovare in natura e con essi possiamo conquistare nuove terre. Nell’attesa di poter realmente conquistare lo spazio e Marte dal vivo, possiamo allora intanto accontentarci di farlo virtualmente”.
Per saperne di più: Almanacco della Scienza