Abitudini e stili di vita: i rischi del cuore

L’Istituto Superiore di Sanità ha aggiornato la Carta del rischio cardiovascolare. Valutati i fattori di rischio negli ultimi 10 anni: negli uomini aumentano obesità e sindrome metabolica, si riduce l’abitudine al fumo. Rischio raddoppiato quando il livello socio-economico è più basso. I dati presentati in una conferenza.

L’aggiornamento della carta del rischio è stato reso possibile grazie all’inclusione nel data-base del Progetto CUORE della coorte dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare arruolata nel 1998; ciò ha permesso di raggiungere la numerosità di 10233 uomini e 15895 donne di età compresa fra 35 e 74 anni, sui quali sono stati raccolti e validati 932 eventi coronarici (233 fatali) e 471 cerebrovascolari (152 fatali) occorsi in un tempo mediano di 10 anni. L’aggiornamento della carta contiene un quinquennio in più (70-74 anni) rispetto alla precedente effettuata nel 2003.
Dai dati emerge che negli uomini aumentano in modo significativo obesità (dal 19% al 25%) e sindrome metabolica (dal 24 al 28%), si riduce fortunatamente l’abitudine al fumo (dal 31% al 24%); nelle donne l’obesità (24%), sindrome metabolica (22%) e diabete (8%) rimangono praticamente invariate, comunque erano già elevate nel 1998. Un dato interessante è che queste variazioni riguardano in modo particolare il livello socio-economico più basso, dove si raddoppiano i valori della prevalenza di diabete (16% nel livello socio-economico più basso, 6% nel livello socio-economico più elevato), sindrome metabolica (33% nel livello socio-economico più basso, 17% nel livello socioeconomico più elevato), obesità (32% nel livello socio-economico più basso rispetto al 19% nel livello socio-economico più alto) la prevalenza di ipertesi non trattati rimane alta (24% contro il 18%) e l’abitudine al fumo rimane elevata (23%).
E’ stato possibile costruire funzioni di rischio specifiche per uomini e donne e per fasce di età 35-54 anni e 55-74 anni (età, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia, abitudine al fumo e diabete) e il ruolo protettivo dell’HDL colesterolemia. Dal confronto fra le funzioni di rischio nelle due fasce di età emerge l’importanza dell’abitudine al fumo di sigaretta fin da giovani. Sono in corso analisi di approfondimento per valutare il ruolo predittivo della glicemia considerata come fattore continuo. Questi risultati confermano l’importanza di implementare attività di prevenzione volte a promuovere uno stile di vita sano fin dalla giovane età.
Per quanto riguarda l’andamento dei fattori di rischio e delle condizioni a rischio, infatti, si è rilevato, sia negli uomini che nelle donne, l’andamento in discesa della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica, andamento dovuto non solo alla aumentata proporzione degli ipertesi trattati adeguatamente, ma in maggior misura all’aumento della proporzione di persone con valori di pressione arteriosa inferiori a 140/90 mmHg quindi ad un beneficio dovuto a strategie preventive di comunità; un aumento significativo della colesterolemia media e un aumento significativo della glicemia.
La Conferenza, presieduta dal presidente dell’ISS Enrico Garaci, da Salvatore Pirelli Presidente dell’ANMCO e da Attilio Maseri presidente della Fondazione “per il Tuo cuore”-HCF, ha trattato anche ilruolo del cardiologo nella prevenzione cardiovascolare in relazione a tre principali finalità: promozione degli stili di vita sani nelle diverse fasce di popolazione; proposta di modelli di comunicazione efficaci e di strategie differenziate dirette ai diversi target di popolazione; ottimizzazione del percorso clinico-assistenziale nei soggetti colpiti da eventi cardiovascolari.