“Delirio”, il capolavoro di Barbara Alberti, oltre i tabu’

Torna in libreria una delle prime opere di Barbara Alberti, un caso letterario che all’epoca la segnalò come un talento, una delle penne più audaci e ironiche della letteratura. Più che un romanzo, un poema sconveniente, la fuga di un uomo capace di tutto pur di negare e fregare la morte.

pp. 320, 19 euro – In libreria

Più che un romanzo, un poema sconveniente, un impasto di erotismo e furia blasfema, di follia della segregazione e follia della fuga di un uomo capace di tutto pur di negare e fregare la morte: Delirio non si limita a infrangere le buone maniere del discorso amoroso, ma trasgredisce le regole e i tabù più radicati, quelli che pretendono di codificare il desiderio e il sesso. Una voce stridula parla qui.

Una voce fantasmagorica, indegna, grottesca. È la voce del protagonista, Diego, «rinchiuso, adolescente o vecchio, o pazzo o malato, comunque prigioniero di una istituzione, che delira d’amore per Elvira mentre qualcuno trama nell’ombra per carpirgliela. Diego è maestro negli intrighi più loschi e le sue spaventevoli cattiverie accendono il grande circo della sua farneticazione sessuale…» così descritto dalla stessa autrice, a guidarci in un monologo serrato, ipnotico, straniante.

Una storia diversa, scandalosa, sconveniente fino al disagio. Un romanzo che stravolge il modo di raccontare il desiderio e afferma chela vita è vita fino all’ultimo e che i sensi hanno diritto di essere riconosciuti, vivi e vitali, senza limiti né ipocrisie.

«È allora, quando sulle vetrate si chiude il buio che vorrei avere una pistola, bucare la pancia della Cignitti, la testa vana del direttore, schizzare di sangue tutto, anche le vetrate gotiche della notte, la blusa di Anselmi e scappare, essere libero. Essere un altro.»

Barbara Alberti, la critica letteraria

«Un rovesciamento dell’erotico e una sublimazione dell’osceno nella follia.» LEONARDO SCIASCIA

«Delirio è il gesto di disubbidienza dell’autrice contro chi, genitori, insegnanti, uomini, ha tentato di educarla all’infelicità.» NATALIA ASPESI

«A Barbara Alberti va il merito di avere trattato in chiave grottesca, ma rispettosa, non senza asciutta pietà, uno dei tabù più radicati nella nostra società.» GIUSEPPE PEDERIALI

«Impeccabile per compattezza sintattica, per tenuta ritmica, per varietà tonale. Finalmente un libro irritante, arduo ed espressivamente perfetto!» GUIDO DAVICO BONINO

Barbara Alberti Biografia

Nasce in Umbria, fra angeli e diavoli. Si trasferisce a Roma a 15 anni, si laurea in filosofia con una tesi sul concetto di libertà in J. P. Sartre. Fa amicizia con Dario Bellezza e Cesare Zavattini, che le rivelano il mondo letterario. Le sue opere rovesciano l’immagine tradizionale della donna, del maschio e di ogni sesso. Memorie malvage (1976), Delirio (1978), Vangelo secondo Maria (1979), dove la Madonna si ribella al suo destino, suscitano polemiche e dibattiti con la loro vena umoristica, tragica, provocatoria. Tra le altre sue opere ricordiamo: Il signore è servito, Buonanotte Angelo, Donna di piacere, Mio Signore, Povera bambina, Vocabolario dell’amore, Gelosa di Majakovskij, Sonata a Tolstoj, Non mi vendere mamma. L’ultima è un saggio sul tempo nostro, Tremate, tremate. Le streghe son tornate (2024). È autrice con Amedeo Pagani di sceneggiature per il cinema, quali Il portiere di notte di Liliana Cavani, Melissa P. e Io sono l’amore di Luca Guadagnino, Incompresa di Asia Argento, L’arbitro, L’uomo che comprò la luna e Vangelo secondo Maria di Paolo Zucca, ma anche di pellicole mainstream, come … più forte ragazzi! di Giuseppe Colizzi e Io sto con gli ippopotami di Italo Zingarelli. È ospite di talk show radiofonici e televisivi.

Fonte: Baldini+Castoldi