Cooperazione internazionale per l’invio di farmaci plasmaderivati salvavita per i pazienti ematologici in Palestina, che diventano ancora più importanti in momenti di crisi in cui spesso a soffrire sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione.
Farmaci plasmaderivati dall’Italia per affrontare la crisi umanitaria in Palestina
Un invio di farmaci plasmaderivati proveniente dall’Italia ha raggiunto la Cisgiordania per rispondere alle esigenze dei pazienti con malattie emorragiche congenite. In Palestina, ormai da mesi, l’accesso a queste terapie salvavita non è più garantito.
La spedizione, partita dall’Italia il 19 luglio 2024 ed arrivata a destinazione il 25, è l’ultima di una serie di invii gestiti nell’ambito del progetto Haemo_PAL, promosso e coordinato dal Centro Nazionale Sangue e dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’obiettivo è quello di rispondere alla profonda crisi umanitaria e sanitaria che sta colpendo, oltre alla Striscia di Gaza, anche i territori della Cisgiordania. Un’emergenza nell’emergenza, denunciata negli ultimi mesi dalle Associazioni di pazienti e dal Ministero della Salute Palestinese, che dallo scoppio delle ostilità continuano a richiedere l’urgente l’intervento della solidarietà internazionale.
L’importanza di donare il plasma
L’invio consta di circa 3.360.000 Unità Internazionali (UI) di Fattore VIII in combinazione con il Fattore di von Willebrand; 830.000 UI di Fattore IX della coagulazione e circa 210.000 UI di Complesso protrombinico a tre fattori. Tali farmaci plasmaderivati eccedono il fabbisogno nazionale e provengono dalla lavorazione del plasma donato da donatori italiani volontari e non remunerati. La spedizione è stata possibile grazie al supporto del “Raggruppamento Interregionale Plasma/Plasmaderivati” – a cui aderiscono Calabria, Emilia-Romagna (regione capofila), Puglia e Sicilia.
Da anni, il “Sistema sangue” italiano persegue l’obiettivo dell’utilizzo etico e razionale della risorsa plasma anche a fini umanitari, grazie alla collaborazione del Centro Nazionale Sangue, del Ministero della Salute, delle Associazioni e Federazioni dei donatori, delle Regioni e Provincie autonome e al supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e del Ministero degli Affari Esteri. In questa cornice di solidarietà internazionale si colloca il progetto Haemo_PAL, avviato nel 2021 e dedicato al miglioramento dei livelli di assistenza sanitaria ai pazienti coagulopatici ed emoglobinopatici palestinesi. La precedente spedizione, risalente a gennaio 2024, aveva raggiunto i pazienti della Striscia di Gaza.
Cos’è l’emofilia
L’emofilia è una malattia di origine genetica dovuta a un difetto della coagulazione del sangue. I pazienti affetti da questi disturbi sono in prevalenza carenti di fattore VIII e fattore IX della coagulazione. Secondo la Federazione Mondiale dell’Emofilia (WFH), nel mondo si contano circa 815.000 casi di emofilia, di cui solo circa 347.000 diagnosticati e circa 277.00 con emofilia grave (WFH, 2021).
I medicinali plasmaderivati
Il plasma è la componente liquida del sangue che si può ottenere nel processo di raccolta sia tramite separazione del sangue intero sia tramite procedure di aferesi. Il plasma raccolto in Italia proviene da donazioni volontarie, periodiche, responsabili, anonime e non remunerate. Esso costituisce la materia prima per la produzione, attraverso processi di separazione e frazionamento industriale, di medicinali plasmaderivati, alcuni dei quali rappresentano veri e propri farmaci “salva-vita”.
Il progetto, coordinato dal Centro Nazionale Sangue e dall’Istituto Superiore di Sanità, è stato avviato nel 2021 e prevede la definizione di protocolli diagnostico-terapeutici; l’implementazione di una cartella elettronica per la gestione clinica delle patologie; l’istituzione di un registro nazionale delle malattie ematologiche congenite, la formazione in situ e a distanza per i medici specialisti palestinesi e, non ultimo, l’invio periodico di farmaci forniti Regioni partner dell’iniziativa Emilia- Romagna, Marche, Toscana e Umbria.