Astrologia: come mutare un difetto in virtù

Quando si parla dei Segni dello zodiaco, di solito, per gioco, vengono messi più in evidenza i difetti anziché i pregi dei vari Segni Astrologici. Questo perché rimane più impresso ciò che desideriamo inconsciamente evitare che non le cose che non ci causerebbero comunque nessun fastidio. Questo è da sempre un nostro bisogno o sarebbe più corretto dire necessità, fin dai tempi in cui l’uomo era costretto, per poter sopravvivere, a ricordarsi bene ciò che poteva nuocergli e mettere in serio pericolo la sua incolumità. Anche oggi molti pensano che i difetti siano per sempre, e che non si possano cambiare. Nulla di più falso, e nell’articolo che stai per leggere ti spiego perché. Buona lettura!

Riprendo spesso il principio del significato di realtà per parlare di Astrologia, perché in questa parola si nascondono molti aspetti che spesso vengono sottovalutati, ma che, se studiati, compresi e interiorizzati, possono essere molto utili a velocizzare il processo evolutivo personale. Evoluzione intesa quindi come capacità di comprensione, apprendimento e sviluppo di capacità superiori che consentono di penetrare il vero significato della propria esistenza, dando naturalmente un impulso positivo alla propria vita attraverso una maggiore conoscenza di sé stessi.

Il significato della parola realtà

La parola deriva dal latino, e la Treccani la cita così: (https://www.treccani.it/vocabolario/realta2/): “Realtà s. f. [dal lat. realĭtas, der. di realis «reale»]. – In senso astratto, la qualità e la condizione di ciò che è reale, che esiste in sé e per sé o effettivamente e concretamente”, che in parole povere dovrebbe stare a significare che ciò che è reale lo è a prescindere da tutto, una cosa è reale e basta, è un dato di fatto ecc. In realtà, e come vedi mi servo della stessa parola per spiegarmi, così non è, o almeno non è tutto qui.

Secondo le nuove teorie basate sulla scienza che interpreta l’universo sotto il punto di vista della matematica quantistica, la realtà è mutevole e sfuggente all’osservatore, e non è per nulla fissa ed immutabile come si pensava in precedenza, e questo a livello subatomico. Quindi, si deve presupporre che ciò che è alla base di tutto ciò che vediamo, forse non è proprio come crediamo sia. Ma non basta, ad aggiungere un altro elemento di indeterminatezza alla nostra capacità di valutazione della realtà si aggiunge il sistema di percezione sensoriale di cui è dotato il nostro corpo. Ai cinque sensi che conosciamo bene, se ne aggiungono altri che sono appannaggio di pochi eletti che se ne servono per percepire ciò che tutti gli altri non riescono a percepire. Un esempio tra tutti: le percezioni extrasensoriali. Visti i presupposti enunciati fino a qui, a questo punto verrebbe da domandarsi, allora cos’è la realtà? Più che rispondere alla domanda con teorie su teorie, forse sarebbe più conveniente e pratico per tutti, accogliere come un dato di fatto il principio che ciò che ognuno di noi vede e tocca, a cui poi in buona fede crede, non sia tutta la realtà, in quanto frutto di valutazione personale e soggettiva di quello che crediamo sia la realtà oggettiva. Questo tipo di consapevolezza porterebbe ad un’altra conseguenza del pensiero logico deduttivo, il fatto che nessuno ha la verità in tasca, per dirla con una frase fatta, nessuno può arrogarsi il diritto di dire ad un’altra persona: “guarda questa cosa è così e basta”. Alla luce di quanto detto sarebbe più giusto e corretto dire: “questa cosa per me è così, ma lo è anche per te?”.

L’importanza della consapevolezza di sé

Sembra poca cosa, ma essere consapevoli del fatto di essere unici ed inimitabili, e che le conclusioni a cui arriviamo, sono il frutto di un’elaborazione personale, basterebbe a farci comprendere che i tanto criticati “difetti” che ci attribuiamo e che pensiamo siano immodificabili come – e sono soltanto degli esempi -, la presunzione, l’egoismo, l’arroganza, la testardaggine, possono invece essere solo frutto di un nostro modo di pensare erroneo, quando ad esempio pensiamo siano innati e immodificabili. Secondo la mia ormai decennale esperienza, e parlo di riscontri pratici e oggettivi, lavorare sui difetti al fine di trovare il modo di modularli in positivo, può essere motivo di grande crescita personale, fonte di grande soddisfazione. Il mio è ovviamente un punto di vista professionale, dove a fare da metro di paragone è il riscontro pratico, e non soltanto frutto di un mio modo di vedere la realtà come Astrologo e studioso della natura umana. Come vedi metto me stesso sotto lo stesso riflettore utilizzando lo stesso modello di cui parlo. L’applicazione pratica e concreta ci mette al riparo da interpretazioni erronee della vita di tutti i giorni, portandoci a verificarne i risultati su base oggettiva. Solo così se ne può appurare la veridicità e validità, per poi condividerla con gli altri senza paura di ingannarsi. È seguendo questo metodo, diciamo empirico, che posso affermare con sicurezza che il metodo Astrologico è valido per me e per gli altri ed è valido a tutti gli effetti senza distinzione di razza o genere. Come sempre, la realtà supera la capacità della nostra mente di abbracciare tutto in un unico salto.

I due punti essenziali che ci aiutano a comprendere noi e gli altri

Possiamo quindi affermare senza ombra di dubbio che: Continua… Se vuoi leggere l’articolo per intero clicca qui francopassarini.it/

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