Scoperta la tomba di Gengis Khan?

Nei giorni scorsi un importante ritrovamento ha scosso il mondo accademico: a circa 200 miglia a nord-est di Ulan Bator, capitale della Mongolia, è stato scoperto un antico cimitero cinto da mura.

Fin qui nulla di strano o di particolarmente eclatante: sennonché, secondo gli archeologi americani autori della scoperta, vi sono forti probabilità che il cimitero contenga le leggendarie spoglie mortali di Gengis Khan, il grande conquistatore mongolo del XIII secolo, insieme ad una serie di artefatti dal valore inestimabile. Quali sono i motivi che rendono così fiduciosi gli archeologi? Prima di tutto il cimitero è situato nei pressi di luoghi in cui, secondo gli storici, sarebbero avvenuti molti eventi cruciali nella vita di Gengis Khan (il quale morì nel 1227 in seguito ad una caduta da cavallo o per una ferita di guerra, o per entrambe le cause).

Gli studiosi ritengono infatti che nei pressi del ritrovamento sia situato il suo luogo di nascita; in un altro luogo non lontano, inoltre, venne proclamato imperatore dei Mongoli nel 1206. Fino ad ora sono state ritrovate almeno venti tombe sicuramente appartenenti a persone di alto ceto, ed anche se non contenessero le spoglie del grande imperatore, il loro valore storico è ugualmente immenso perché sarebbero comunque le prime tombe imperiali mongole mai scoperte. Il sito è circondato su tre lati da un muro lungo 2 miglia ed alto circa tre metri. Un’indagine preliminare del luogo ha mostrato che il cimitero contiene circa 40 tombe nella sua parte superiore, mentre il livello superiore ed inferiore sono collegati da un antica strada.

La leggenda narra che Khan, che con le sue conquiste creò un impero che si estendeva dal Mar Caspio fino all’attuale Hong Kong, fu sepolto nel 1227 da alcuni schiavi che poi vennero massacrati da 100 soldati i quali, a loro volta, furono uccisi per mantenere il segreto dell’ubicazione della sua sepoltura. In effetti, il sito appena ritrovato, secondo gli archeologi, dista poche miglia da un’altra tomba ancora non scavata che dovrebbe contenere i resti dei 100 soldati fatti uccidere per mantenere il segreto. Perché doveva rimanere assolutamente segreto il luogo di sepoltura? Forse per impedire ai ladri di tombe di saccheggiare il probabile immenso tesoro in esso contenuto, oppure per motivi religiosi; per gli sciamani disturbare i resti dei morti porterebbe alla distruzione della loro anima.

Quando, nel luglio dello scorso anno, la spedizione si accinse all’impresa di ritrovare la tomba dell’imperatore mongolo, ben pochi esperti avevano dato loro le minime probabilità di successo. Già alcuni ricercatori dell’Università di Tokai avevano setacciato la Mongolia per quattro anni, con l’ausilio di dati satellitari e delle più avanzate tecnologie, ma senza alcun risultato. Forse tra poco sapremo se il ritrovamento ha veramente svelato un segreto rimasto tale per molti secoli.

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