Case a rischio veleni

Gli avvelenamenti sono un fenomeno prevalentemente domestico e coinvolge in gran parte i bambini. “L’83% degli eventi accidentali si verifica in casa e interessa i bambini al di sotto dei 14 anni (56%), con particolare frequenza in quelli da 1 a 4 anni, circa il 40% del totale”, afferma Gianluca Sotis del Servizio di prevenzione e protezione (Spp) del Cnr di Roma. “Farmaci e prodotti domestici rappresentano le cause principali: è necessario, quindi, che siano conservati fuori dalla vista e dalla portata dei bambini e, possibilmente, chiusi a chiave”.

Ma quali precauzioni adottare in caso di ingestione o inalazione accidentale di sostanze tossiche? “Le vie di penetrazione di sostanze tossiche sono essenzialmente tre: respiratoria, digestiva, cutanea”, prosegue Sotis. “Negli avvelenamenti per inalazione, bisogna evitare di intervenire prima di aver areato i locali per non esporre il soccorritore al rischio di diventare egli stesso una vittima. È, inoltre, buona norma non suonare campanelli, accendere luci, fiammiferi o altro se c’è il rischio di gas o vapori infiammabili o esplosivi”.
Nel caso di contatto cutaneo con sostanze tossiche, occorre lavare a lungo con acqua abbondante (o acqua e sapone in caso di tossici oleosi). “Successivamente le lesioni cutanee devono essere protette con garze o asciugamani puliti”, precisa il ricercatore. “Se la parte interessata è l’occhio, non bisogna assolutamente forzare l’apertura delle palpebre: lavare gli occhi immediatamente con acqua tiepida e abbondante per almeno 15-20 minuti senza somministrare colliri”.

Negli avvelenamenti per ingestione non si deve mai provocare il vomito: può essere controproducente e pericoloso. “In caso di ingestione di caustici, il vomito aggrava le lesioni esofagee e può determinare gravi polmoniti in seguito alla sua inalazione accidentale, tanto più probabile se il soggetto è in coma o non è completamente cosciente”, sostiene l’esperto. “Non si deve poi dare nulla da bere e va ricordato che non esistono antidoti universali. Il latte, ad esempio, è dannoso in caso di ingestione di veleni liposolubili, tipo acquaragia e acetone, in quanto ne facilita l’assorbimento così come la semplice somministrazione di acqua può essere pericolosa in caso di ingestione di schiumogeni (shampoo, bagnoschiuma, etc.)”.
In tutti i casi di avvelenamento bisogna verificare lo stato di coscienza e monitorare le funzioni vitali (respiro e battito cardiaco). “In attesa dei soccorsi”, conclude Sotis, “se il soggetto è incosciente ma respira, è opportuno metterlo in posizione laterale di sicurezza in modo da prevenire una possibile inalazione involontaria di vomito.
(Fonte: Almanacco della Scienza – CNR)
Per saperne di più: Almanacco della Scienza

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