Immagine Grafologia

a cura di Annarosa Pacini

Il carattere si eredita?

Immagine Si eredita. No, non si eredita. Io l’ho ereditato, perché sono come mio padre. Io non assomiglio a nessuno, sono proprio diverso. Nasce sul forum di Amando.com questo dibattito, dove sono intervenuta perché l’argomento era davvero molto interessante. E secondo voi, il carattere si eredita?

Ciascuno di noi nasce con caratteristiche proprie, individuali. Così, abbiamo un neonato timoroso, uno coraggioso, uno espansivo, uno più silenzioso. Queste caratteristiche devono poi raffrontarsi con i modelli relazioni parentali, ovvero con le dinamiche che s’instaurano con le cosiddette figure parentale fondanti (i genitori o altre figure che ne ricoprono il ruolo, nonni, zii, educatori, etc.). Se queste persone riescono a capire davvero la natura di coloro che hanno di fronte, a rispettarla ed a favorirne un'evoluzione compiuta e completa, allora ciascuno riesce a sviluppare appieno le proprie caratteristiche e potenzialità. In realtà, nella maggior parte dei casi, l'interazione con queste figure produce effetti modificanti, che spesso limitano l'espressione della nostra natura più vera (basti pensare all'effetto Pigmalione, che dimostra come l'idea che abbiamo di un altro essere umano può influire sul suo futuro, creando le cosiddette "profezie autorealizzanti").
Come dire, se un genitore pensa che il proprio figlio sia poco attento, con maggiore facilità quel ragazzo può comportarsi dimostrando poca attenzione, finendo per convincersi anch’esso che è vero, anche se non lo sarebbe.
Per quanto riguarda l'ereditarietà, in senso genetico, è difficile affermare che il carattere si erediti. E' stato provato che anche in presenza di veri e propri danni genetici, in ambienti positivi, le persone riescono a superare i limiti genetici e a sviluppare capacità che non si sarebbe mai pensato potessero avere. Quindi, l'interazione con l'ambiente è fondamentale. Vi è poi un terzo fattore, ovvero il modo in cui interiorizziamo le nostre esperienze e con esse ci formiamo un'idea del mondo. Vi sono vincoli genetici (chi ha una vista migliore distingue meglio, chi ha un udito poco sviluppato non sentirà come chi ha un udito finissimo e così via), sociali (legati al luogo dove nasciamo, allo status culturale ed economico ecc.) e personali.
Un esempio classico che faccio spesso durante i miei corsi è quello di due gemelle, che, pur vissute nella stessa famiglia, ne hanno riportato, in relazione alle dinamiche familiari, due opinioni diverse: per una, i genitori si sono sempre confrontati per trovare un punto di accordo, per l'altra, hanno sempre discusso inutilmente.

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