Immagine Grafologia

a cura di Annarosa Pacini

Bambini e disegni: attenzione ai giudizi facili

Immagine “Gentile Dottoressa, le scrivo per chiederLe un parere. Mio figlio di 4 anni e mezzo (secondo anno di asilo) non disegna molto bene. La maestra dice che è un po’ indietro per la sua età anche se gli elementi ci sono ma non inseriti correttamente (per esempio il cappello non viene disegnato sulla testa ma di lato, le figure umane hanno le gambe un po’ staccate dal corpo ecc.). Faccio bene a farlo disegnare a casa al rientro dall'asilo o rischio di sfinirlo dandogli lezioni di disegno? Come aiutarlo?” Roberta

Cara Roberta, la questione che mi poni è assai complessa. Il disegno, come la grafia, come la parola, è uno strumento di comunicazione che segue di pari passo il percorso di crescita individuale. E’ vero che ci sono dei parametri di riferimento, ma è altrettanto vero che devono essere considerati per quello che sono, parametri indicativi. Un bambino può imparare a disegnare “bene” un po’ prima, o un po’ dopo, gli altri. Questo non significa che abbia difficoltà. In particolare il disegno è legato all’acquisizione delle necessarie abilità grafomotorie, all’evoluzione del cervello, che ha i suoi tempi e i suoi modi. Le braccia e le gambe attaccate al tronco sono una caratteristica che si presenta nella maggior parte dei disegni dei bambini di circa 5 anni. Quindi, se a quattro anni e mezzo le gambe sono “un po’ staccate dal corpo” non è un problema.
Perciò, fai bene a farlo disegnare se, con questo, intendi che lo lasci libero di disegnare come vuole, e lo solleciti a farlo perché è un’attività che fa bene alla mente.
Ma se intendi dire che gli dai lezioni nel senso che vuoi che disegni come tu o le maestre pensate che debba disegnare, be’, allora il discorso cambia.
Puoi obbligare un bambino ad esprimersi con frasi prima che abbia imparato il significato e l’uso delle singole parole? Puoi chiedere ad una persona di realizzare un vestito senza che abbia imparato l’uso dell’ago e del filo?
Non solo. Interventi inappropriati, mossi dall’ansia e dalla preoccupazione, possono ottenere effetti contrari a ciò che si vorrebbe. Potrebbero indurlo a pensare di non essere “capace”, allontanarlo dal piacere del disegno (come libera espressione e sperimentazione di sé), convincerlo che per essere “bravi” si deve essere diversi da come si è, e così come la mamma e le maestre vogliono.
Il discorso, come ti dicevo, è assai complesso.
La maestra avrebbe potuto spiegarti che i bambini cambiano così velocemente che un piccolo ritardo nel disegnare (se proprio ci fosse) scomparirà naturalmente, secondo i suoi tempi. E che i bambini non sono tutti uguali. Conta ciò che un bambino riesce ad esprimere, in un disegno. Molto più di quanto significhi il fatto che riesca a farlo come un adulto vuole. Ben altri sono i segnali di disagio che un disegno o un comportamento possono darci ed a cui dovremmo prestare attenzione.
Tu devi chiederti perché questa cosa ti ha preoccupata: certo, perché gli vuoi bene, ma, oltre questo? Temi che abbia difficoltà? Di fare brutta figura? Che non sia considerato dalle maestre come gli altri? Che se non sa disegnare bene oggi, chissà cosa farà domani? Non fare che le tue paure possano diventare le sue paure.
Sii serena, dagli appoggio, fagli sentire che lo apprezzi, e che fa disegni bellissimi, e li farà sempre meglio. L’amore fa miracoli, per la crescita emozionale e psicologica di ogni bambino. Se ci credi tu, ci crederà anche lui.

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