Immagine Comunicazione, counseling, formazione

Una lettrice ci scrive. Sente di essere positiva, dotata di qualità, capace nel proporsi. ma non ha avuto il lavoro a cui aspirava. Tutta colpa dei selezionatori? Certo i fattori in ballo sono molti. Ma quando noi pensiamo di comunicare un modo di essere, e l’ambiente ci risponde in modo diverso, di solito, vuol dire che forse quello che comunichiamo è diverso da ciò che crediamo di comunicare.
Risponde Annarosa Pacini

Colloqui di selezione: scegliere il giusto atteggiamento
Immagine “Ho letto il Vostro corso di comunicazione e non ci crederete ma io sono, e so di essere me stessa. Sono un tipo positivo che cerca di farsi strada in una vita fatta di ingiustizie e falsità spero che mi potreste dare Voi una risposta...
Alcuni giorni fa ho fatto un colloquio di lavoro anche se proprio di lavoro non abbiamo parlato, infatti con tre stupide domande dopo una prima selezione di test psicoattitudinali ci hanno informato che ci facevano sapere come era andata. Io avevo studiato tutto..
. marketing psicologia di relazioni ecc.
Io praticamente ho colloquiato se così si può dire tutto il tempo ho fatto la leader perché mi sentivo preparata e comunque leggendo il Vostro corso di comunicazione non credo proprio di essermi comportata in maniera diversa.
Sono stata sincera, leale e soprattutto responsabile, ho dimostrato di essere una persona preparata e il lavoro da receptionist lo avrei svolto con amore e entusiasmo mi sapreste dire perché mi hanno eliminata? Scusatemi. E grazie”.

Carissima, ti ringrazio per la fiducia. Posso darti una risposta. Certo non posso dirti perché persone che non conosco, per una selezione di cui non so nulla, non ti hanno scelta. Posso darti qualche indicazione, anche se non sono certa che ti piacerà. Ritengo, d’altronde, che a volte sono proprio le cose diverse da ciò che vorremmo quelle che più ci possono aiutare a capire ed a migliorare.
L’esperienza mi ha insegnato che ogni tipo di comunicazione può rivelarci dati importanti sulla persona che comunica, e che nessuno di questi deve essere sottovalutato. Tu scrivi: “Sono un tipo positivo che cerca di farsi strada in una vita fatta di ingiustizie e falsità”. Già questo inizio richiede una riflessione. Un atteggiamento davvero positivo implica il fatto che non si diano giudizi generalizzati. Anzi, che non si diano giudizi. Ognuno è ciò che è, perché è ciò che, in quel momento, può essere. Quindi, parti da un presupposto che non condivido, e non condivide neanche il nostro corso di comunicazione. Prosegui: “infatti con tre stupide domande dopo una prima selezione…”. Stupide per chi? Forse per te, ma per chi le ha fatte certo non lo erano, visto che le utilizzava come strumento di scelta. Anche l’atteggiamento di superiorità, e credere di sapere qualcosa di più degli altri, che ci possa consentire di svalorizzare ciò che fanno, non è un principio che condivido. Definire le domande “stupide” vuol dire dargli un’etichetta superficiale. Ancora, scrivi: “tutto il tempo ho fatto la leader perché mi sentivo preparata”. Ma non si può “fare” la leader. Si può “essere” leader. La leadership deve emergere spontaneamente, nel giusto contesto, nel momento giusto. Può darsi che per il lavoro di receptionist, anziché la leadership si ritenga prioritaria la capacità di lavorare in squadra, o di adattamento spontaneo e flessibile e così via. Anche quando scrivi: “leggendo il vostro corso di comunicazione non credo proprio di essermi comportata in maniera diversa” dai un altro segno rivelatore del tuo modo di pensare. Quelle pubblicate sono piccole indicazioni, ben lontane da quell’approfondimento necessario, che nei corsi “reali” si può affrontare. Quindi, più corretto sarebbe dire che, leggendo alcuni delle nostre indicazioni rispetto alle strategie di comunicazione più positive per l’individuo, ti pare di esserti sforzata di applicarle anche nel tuo caso. Detto così, si ammette e si riconosce la possibilità di ulteriore sforzo, e miglioramento.
Infine, nella tua e-mail c’erano diversi errori di grammatica (che abbiamo corretto), e un tempo verbale sbagliato. Certo, piccole cose, ma dipende dal contesto, e dal lavoro che si deve fare. A volte possono essere importanti.
Infine, non ti firmi. Anche questo è un segno: il rispetto dell’altro vuole che ci si presenti, sempre.
Perciò, cosa dirti? Che tra essere realmente positivi ed assertivi, capaci di confronto e di mettersi in discussione, adattabili, realmente interessati agli altri, a prendere in considerazione le loro esigenze, a cercare il modo migliore per comunicare noi stessi e pensare di esserlo, può esserci differenza. La tua e-mail mi dice che tu tendi a giudicare gli altri, hai un atteggiamento in realtà non del tutto positivo, sminuisci il lavoro altrui, e non hai facilità a riconoscere i tuoi errori – tu infatti sei preparata, hai studiato tutto, hai parlato tutto il tempo. Le loro domande sono stupide, e non hai capito perché ti hanno eliminata.
Invece, quando si mettono in atto le strategie comunicative giuste, lo si capisce perché una cosa va in un modo anziché in un altro.
Adesso provo a riscrivere la tua lettera, come la potrebbe scrivere qualcuno che applichi, quotidianamente, nella propria vita, quello che il nostro corso vuole trasmettere.
Ho letto il vostro corso di comunicazione e non ci crederete, ma ho trovato molti punti di contatto con il mio modo di essere. Io mi sforzo ogni giorni di essere me stessa. Una persona positiva, che cerca di costruire la propria strada, in una vita in cui a volte ci si trova di fronte anche ad ingiustizie o falsità, ma anche cose positive e belle. Alcuni giorni fa ho fatto un colloquio di lavoro che non mi ha dato molta soddisfazione. Ci hanno fatto soltanto tre domande, mentre io avevo studiato molto, ed avrei voluto poter valorizzare meglio la mia preparazione. Le domande sono queste (…..): secondo te, quale scopo si prefiggevano? Ti chiedo questo perché nonostante abbia cercato di dare il meglio di me, non sono stata scelta. Eppure mi pare di essermi comportata nel modo giusto. Immagino di avere ancora qualcosa da imparare. Se io so di essere preparata, di poter svolgere un lavoro con amore ed entusiasmo, e questo non viene percepito da chi si trova di fronte a me, vuol dire che dovrò impegnarmi ancora di più. Spero che la prossima volta possa andare meglio”. Firma.
Se leggendo questa seconda lettera riesci a percepire la differenza, allora credo che sei davvero sulla buona strada per riuscire a dare il meglio di te. Altrimenti, sei comunque sulla buona strada per incominciare ad imparare a farlo.
Auguri.

“Comunicare per essere” © - corso intensivo di comunicazione. Per informazioni sulle date, sulle modalità di iscrizione, sui costi e per richiedere il programma, potete scrivere alla Segreteria del Corso, comunicare@encanta.it.
Per saperne di più: agli argomenti oggetto del corso, e, in generale, alle tematiche cui si ispira, sono dedicati una serie di articoli, che trovate nella sezione Approfondimenti
Altri approfondimenti su:
- Grafologia: l’analisi della scrittura come strumento per la crescita personale e la valorizzazione delle qualità individuali.
- “La Posta”, risposte alle lettere dei lettori, su temi relativi ai rapporti interpersonali.
- Counseling comunicazionale su base grafologica, cos'è, a cosa serve. Webcounseling, informazioni.
Per contatti diretti per appuntamenti, corsi, informazioni:
d.ssa Annarosa Pacini, pedagogista, consulente grafologa, giornalista, cell. 339.6908960
e-mail info@encanta.it.
Su richiesta, possibilità di webcounseling, counseling a distanza tramite l'utilizzo di collegamento internet via webcam.
Inizio pagina           Chi siamo               Copyright               Cookie Policy               Privacy               P.I. 01248200535